Zwinglianesimo

Ritratto di Huldreich Zwingli effettuato dopo la morte. Hans Asper, 1531 ca., Kunstmuseum Winterthur.

Lo zwinglianesimo o zuinglianesimo[1] (anche zwinglismo o zuinglismo[2]) è la dottrina protestante formulata da Ulrico Zuinglio, protagonista della Riforma elvetica insieme a Giovanni Calvino.

Le interpretazioni teologiche di Zwingli sono basate soprattutto sull'analisi razionale delle Sacre Scritture, ispirate da Dio, secondo il riformatore svizzero, e poste ben al di sopra di autorità umane come il concilio ecumenico o i Padri della Chiesa. Dopo la morte di Zwingli, lo zwinglianesimo divenne una confessione cristiana vera e propria, basata sulla Seconda Confessione Elvetica, promulgata da Enrico Bullinger nel 1560.

L'opera riformatrice di Zwingli venne comunque ampliata enormemente e portata avanti dal teologo Giovanni Calvino; lo zwinglianesimo può quindi essere considerato il movimento precursore del calvinismo.

  1. ^ zuinglianesimo, in Treccani.it – Sinonimi e contrari, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 agosto 2019.
  2. ^ żuinġlismo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato l'11 agosto 2019.

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